LA NUOVA FRONTIERA DELLA FORMAZIONE
di Veronica Cusumano
In un momento di emergenza sanitaria e sociale come quello attuale, è sicuramente importante adottare a livello aziendale tutte le misure necessarie per ridurre il rischio di contagio, e assumere un atteggiamento razionale che garantisca un clima di fiducia tra dipendenti, clienti, fornitori e proprietà.
L’emergenza sanitaria ha cambiato il modo di lavorare: oggi nel nostro Paese sono oltre quattro milioni i lavoratori in smart working, a fronte dei circa cinquecentomila prima della pandemia. Rispetto allo smart working, i dati del 2019 evidenziavano che la metà delle PMI italiane non era interessata ad applicarlo. Con il lockdown, invece, la maggior parte delle aziende ha “dovuto” adottarlo. Un cambiamento epocale per il mondo del lavoro e per le nostre vite e abitudini. Quello che mi sento di dire in questo momento, è che dobbiamo guardare con interesse questo nuovo approccio al lavoro che porterà molti vantaggi e numerose opportunità per chi saprà coglierle.
L’aggiornamento delle competenze, il trasferimento di conoscenze e gli adempimenti in obbligo, non potevano essere messi in secondo piano ed è stato necessario trovare una soluzione. La sospensione di tutte le attività formative previste con la modalità in aula ha portato all’implementazione di numerose attività di formazione a distanza. Sono infatti cresciute a livello esponenziale le proposte di webinar, seminari e corsi online.
Non sempre il successo formativo è stato però garantito. Infatti uno dei problemi più diffusi è stato l’utilizzo di strumenti non sempre idonei a garantire la qualità della formazione per essere efficace ed efficiente.
Affidarsi a professionisti del settore è molto importante in un momento come questo. Quando ripartiranno la maggior parte delle attività, sarà necessario ripensare la formazione in ottica dell’emergenza Coronavirus, e permettere di aggiornare le competenze dei dipendenti in un periodo di riduzione del lavoro.
I datori di lavoro oltre ad affrontare i problemi relativi alla sicurezza dei propri dipendenti, dovranno aggiornare la formazione dei lavoratori in attuazione del protocollo della sicurezza anti-contagio, offrire una panoramica generale sugli attori e le rispettive responsabilità nella tutela della salute e della sicurezza, e introdurre le disposizioni da adottare nei luoghi di lavoro al fine di garantire adeguati livelli di protezione.
Bisognerà considerare, oltre all’effetto dell’incertezza sull’equilibrio psicologico e l’impatto della pandemia da Coronavirus a livello fisico e sociale, anche i cambiamenti imposti dal Covid-19 sugli aspetti lavorativi e organizzativi che sono mutati ad esempio con l’imponente ricorso allo smart-working.
L’utilizzo dei maggiori Fondi interprofessionali consente di finanziare tali attività formative anche se attuate a distanza. Sarà importante quindi, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse finanziarie aziendali, riuscire a presentare piani di formazione il più rispondenti possibili alle esigenze aziendali.
Ad esempio nell’azienda per cui lavoro abbiamo completamente stravolto il nostro catalogo formativo e siamo riusciti, attraverso un dialogo costante con le nostre aziende clienti, a costruire alcuni corsi di formazione specifici che rimarranno a loro disposizione sulla nostra piattaforma E-learning. Per questo motivo è essenziale un dialogo continuo tra le aziende e i propri consulenti per la formazione. La scelta delle modalità formative dipende da moltissimi fattori: non sempre il ricorso alla formazione asincrona è la soluzione più idonea utile, ed è pertanto essenziale l’analisi del contesto aziendale per la scelta della didattica, del docente e degli strumenti per attuare la formazione. Ma questo potrebbe essere argomento di un prossimo articolo.