Il brand? Vale anche per gli individui
Abituati a ragionare su Brand correlati a oggetti o servizi, rimaniamo straniti se ci propongono di ragionare in termini di Brand individuale. Io credo fortemente in questa teoria, che pratico da anni. Ora vi spiego perché.
Avete mai pensato di possedere un potenziale che non deve essere solo sviluppato, ma anche comunicato? Se vogliamo usare le categorie del marketing, possiamo definire questo potenziale “Brand”. Esattamente: il brand non è solo l’universo valoriale che ruota attorno a un prodotto o a un servizio, ma quell’insieme di competenze e capacità che, se usate al meglio, ci consentono di emergere e di far fruttare il nostro lavoro, la nostra azienda, le nostre capacità. Inteso in questo modo, il SelfBrand è anche la capacità di “sapersi organizzare” al meglio, dunque di mettere tutti i tasselli al loro posto, che si tratti di abbigliamento personale, di gestione della propria azienda, di consulenza offerta a terze parti. Prima di scrivere il mio primo libro sul Selfbrand pubblicato nel 2008 il mercato non era ancora pronto a recepire un concetto che fosse distaccato da “uomo come prodotto” che io sostengo con forza ormai da anni. Il tempo, le azioni ed i successi mi hanno dato ragione e ora se ne parla su tutti i maggiori social.
Esattamente come capita alle aziende, che non si possono più permettere di valorizzare solo il proprio prodotto, ma devono puntare su un nuovo valore, più alto e ben percepito dai clienti, anche le persone devono emergere facendo leva sulle proprie qualità e aspirazioni dunque… sul loro brand. Capire questo passaggio significa, in un tempo in cui la competizione tra professionisti e imprese è altissima, poter iniziare a guerreggiare per il dominio del proprio mercato utilizzando armi molto più affilate.
Testo liberamente tratto da “SelfBrand. Fate di voi stessi un autentico Brand”, Donatella Rampado, FrancoAngeli,