LA GENTILEZZA
DALL’ASSOCIAZIONISMO AL MONDO DEL LAVORO
di Anna Montella
La nostra è una società che si regge su modelli organizzativi impostati su modalità spesso inconciliabili con la serenità e la salute dell’individuo. L’antagonismo, la competizione, il desiderio di primeggiare ad ogni costo risultano a lungo andare elementi destabilizzanti tanto per il benessere individuale che per quello sociale. E’ come vivere perennemente “gli uni contro gli altri armati” indossando metaforicamente elmetto e giubbotto antiproiettile come fossimo in guerra. Una situazione di stress e di malessere che, protratta nel tempo, va a minare le relazioni generando i presupposti per l’isolamento e l’emarginazione.
Detto così sembrerebbe che ormai il precipizio sia inevitabile ma per fortuna il genere umano, fin dalla notte dei tempi, ha sempre avuto delle risorse a cui attingere nei momenti di maggiore pericolo ed ecco venirci in soccorso “sorella Gentilezza” di eco francescana che dà una sterzata in calcio d’angolo e consente la ripresa del gioco.
Un segnale forte arriva dal mondo dell’Associazionismo sociale (Terzo Settore) in continua espansione, la cui visione del “prendersi cura” degli altri affonda le radici nell’idea di gentilezza.
Il Volontariato è una espressione molto importante del mondo associativo e consiste prevalentemente in “un’attività libera e gratuita, eseguita per solidarietà e per giustizia sociale, indirizzata a persone in difficoltà e per tutelare la natura, gli animali, il patrimonio artistico e culturale”. Volontario è colui che decide di propria spontanea volontà, in forma individuale o associativa, di mettere parte del suo tempo libero a servizio della collettività a titolo gratuito senza aspettarsi retribuzioni o compensi di sorta.
In Italia si è iniziato a parlare di volontariato così come lo conosciamo oggi (dai grossi organismi internazionali alle piccole realtà locali) a metà degli anni Settanta. Questo non significa, naturalmente, che prima di allora non ci si dedicasse ad attività meritorie nei confronti del prossimo in stato di bisogno, ma era un compito demandato in massima parte alle “Opere pie” cattoliche che nel 1861 erano ben 18.000 e svolgevano sul territorio un’attività che andava a superare quella delle strutture pubbliche. Attualmente lo Stato guarda con favore alla libera iniziativa dei cittadini, singoli o associati, sulla base del principio di sussidiarietà che, in diritto, è il principio secondo il quale, se un ente inferiore è capace di svolgere bene un compito, l’ente superiore non deve intervenire, ma può eventualmente sostenerne l’azione.
Anche nel mondo del lavoro sono in itinere trasformazioni di grande importanza strategica. In crescita sempre maggiore l’attenzione per il welfare aziendale, un insieme di misure ed interventi che l’azienda pone in essere per il benessere individuale, professionale e familiare dei dipendenti sotto il profilo economico e sociale innescando, così, un circolo virtuoso che va ad incidere favorevolmente tanto sul potenziamento dei risultati d’impresa che sulla vita del lavoratore. Un capo d’azienda (leadership) gentile verso i suoi dipendenti crea un clima favorevole da cui l’azienda trae beneficio al pari del dipendente che si sente gratificato dall’apprezzamento e dal sostegno nell’ambiente di lavoro. In un ambiente in cui si trascorrono molte ore un clima sereno diventa requisito fondamentale sia per il benessere psico-fisico dell’individuo che per il rendimento in azienda. La competizione tra colleghi deve servire a migliorare il lavoro e gli obiettivi di squadra e non a creare disparità di trattamento e malumori. Le risorse umane in un’azienda sono preziose quanto il capitale economico della stessa e vanno curate, sostenute e incentivate.
Secondo una recente indagine di InfoJobs, la piattaforma digitale che interviene a dare supporto alle aziende nel processo di ricerca e selezione dei CV, per il 96% degli intervistati un sorriso migliora di gran lunga i risultati d’impresa e stimola i dipendenti ad essere più produttivi.