Le note critiche di Rodolfo Vettorello
IL SEGRETO DI L. M. di. Rita Iacomino
E’ la prima Raccolta poematica di questa autrice amica per la quale la poesia è come un dono spontaneo e naturale.
Si è avuto modo di commentare diverse sue raccolte poetiche e sempre da chiunque abbia avuto modo di dedicare attenzione alla sua scrittura, da chiunque sono venute lodi e apprezzamenti alla sua sincerità espressiva e al suo lirismo spontaneo e privo di intellettualismi di maniera.
Spontaneità, ispirazione e lirismo percorrono anche questa raccolta ma questa volta sono presenti in più larga misura un maggiore impegno e quella che è stata chiamata la “fatica” dell’invenzione poetica.
I temi sono come spesso per non dire sempre, i temi dell’amore ma questa volta declinati quasi secondo un progetto di continuità espressiva che giustifichi il termine di opera poematica.
Per chi conosce da sempre la scrittura di Rita è facile seguire la sua crescita letteraria e rilevare il suo impegno costante per conquistare il posto che le spetta di diritto in ambiti spesso esclusivi ed escludenti.
E, considerando che altri hanno bene espresso quali siano i valori veri della poetica di Rita, io mi prendo il compito di ripercorrere alcuni passi importanti di quella che io chiamo la sua crescita.
Rita nasce come poetessa “naive”, dotata. di una spontaneità naturale che non le crea imbarazzi reverenziali verso autori ed autrici più collaudati e che le consente di spiazzare, per la bellezza e la felicità di certe espressioni, anche i critici più severi.
In questo campo Rita non ha incontrato, credo, nemici o denigratori ma si è fatta amare universalmente.
Mi sia consentita una digressione.
Nella mia attività mi sono capitati incontri di tutti generi, la maggior parte di valore e da ricordare e pochi altri che fatico a dimenticare.
Ho sentito più di un aspirante “poeta” asserire:
“io non leggo la poesia degli altri e non rileggo la poesia di quelli che sono stato obbligato a studiare a scuola, perchè non voglio che interferiscano nella mia maniera di scrivere magari spingendomi all’imitazione.”
Sono poi uscito da una giuria in cui una giurata, peraltro di recente Laurea in Lettere mi ha precisato: “io non posso dare voti di rilevo a poesie comprensibili, cioè facili da capire.”
Credo che uno dei primi requisiti di un testo di qualunque genere, sia prosa o poesia o saggio, deve avere il primo requisito della capacità comunicativa e questo senza cadere nella banalità o nell’insignificanza.
Credo poi che la crescita di un autore sia strettamente legata al suo approfondimento della materia poetica, quindi della sua esperienza di lettore e di studioso della poesia altrui.
Parlo della grande poesia che si studia a scuola. ma anche della poesia, che nel nostro ristretto ambiente letterario legato ai Concorsi, alle presentazioni, ai congressi, ci capita di incontrare.
Poesia di amici o comunque di autori cui riconosciamo capacità espressive di qualche valore.
Se è vero che nel nostro mondo tanti, forse troppi, scrivono poesie, pochi, pochissimi leggono poesie specie quelle altrui.
Rita non appartiene a questo contesto, lei legge con passione, anche per il suo ruolo di giudice in tanti contesti, legge e apprezza la poesia e la sa riconoscere quando c’è.
Ha avuto e continua ad avere frequentazioni importanti con maestri riconosciuti della materia, legge, studia e apprende e questo senza la preoccupazione di subire condizionamenti dalle sue letture.
La verità vera è che si legge e si assimila quello che più incontra la nostra sensibilità ma questo non significa che poi la nostra maniera di esprimerci imiti quella di chi abbiamo ammirato e fatto nostra.
La bella poesia che leggiamo, ha come conseguenza più auspicabile quella di fare scattare in noi il bisogno di scrivere altra bella poesia che regga, in qualche modo, il confronto con ciò che ci ha suggestionato.
Le frequentazioni importanti non ci devono condizionare, devono solo orientare in maniera virtuosa le nostre personali scelte espressive. Non rinnego in alcun modo i modi poetici che si sono radicati dentro di me per il mio amore per Leopardi o per Montale o Quasimodo o Caproni, non scrivo ahimè come loro ma li considero semplicemente il mio retroterra culturale dove vado a rifugiarmi quando le mie capacità devono confessare una debolezza.
Rita nel tempo, confrontandosi con la grande poesia e anche con la piccola nostra poesia ha raffinato i suoi modi espressivi e ora ha una padronanza non solo della parola poetica ma anche del costrutto verbale, della frase scorrevole e articolata. Argomenti tutti sui quali ha avuto modo di sperimentarsi a lungo e in modo reale e verificabile
Il testo poetico IL SEGRETO DI L.M., l’ultima opera poetica di Rita Iacomino è la testimonianza concreta della sua crescita letteraria, della maturazione dei suoi mezzi espressivi, della sua padronanza non solo delle più usuali parole nella poesia d’amore ma padronanza della frase compiuta e della sua migliore articolazione per ottenere un effetto di lirismo che se un tempo era solo frutto di un talento naturale ora è materia più ricca ed efficace per essere frutto di grande consapevolezza.