Le recensioni di Orazio Antonio Bologna
ALMA POESIA VERSO LA LUCE
Quattro poeti italiani:
Carla Baroni, Nazario Pardini, Pasquale Balestriere e Umberto Vicaretti
PRIMA PARTE
Nel piccolo, ma interessante, volume si concretizza in tutta la sua ampiezza l’esperienza poetica di quattro personalità non ignote al mondo della cultura e, soprattutto, della poesia contemporanea. Il libellus, di catulliana memoria, al lettore aduso a navigare tra spazi poco accessibili al comune modo di comporre, e sentire in modo particolare, la poesia offre spazi, riflessioni, meditazioni, riflessioni tali da immergerlo immediatamente in un mondo nuovo, inesplorato. I Poeti suscitano emozioni sopite con il miracolo della Poesia.
I nostri quattro Poeti, nonostante tutto e la loro diversa, poliedrica personalità, trattano argomenti alla portata di tutti, fatti che si svolgono sotto gli occhi di tutti; evidenziano realtà, e verità, che nessuno ignora, ma sulle quali pochi fermano l’attenzione e ne considerano la portata. È, questo, il compito, meglio, la missione del Poeta, cui è demandato un magisterium, che pochi riescono o sanno espletare nel modo dovuto, perché non di rado il verseggiatore è privo o non possiede o non sfrutta debitamente la doctrina, necessaria per veicolare concetti che nascono dalla semplice osservazione di quanto accade, giorno dopo giorno.
Il poeta, come dice, e giustamente, Carducci, non è solo un artiere, un funambolo delle parole, ma, in modo particolare, una mente pensante, che offre al lettore di tutti i tempi il frutto della ricerca interiore. La Poesia, infatti, è un frutto interiore, che viene proiettato all’esterno e offerto ai lettori dopo un’accurata scelta delle parole, idonee a trasmette con i loro suoni e la disposizione dei singoli lessemi il senso e il significato, che solo la mente pensante può decriptare e rivivere a livello spirituale e sociale.
Alla base di ogni poesia, e i Nostri ne danno chiara testimonianza, insieme con la simplex apprehensio, c’è una costante ricerca estetica e contenutistica, che non devono essere minimamente trascurate dal lettore in cerca di un quid, che solo il Poeta può offrire. E i nostri quattro poeti offrono a piene mani un breve, ma significativo, tratto di umanità e di di spiritualità, che l’Uomo di oggi cerca attorno a sé, e finge di ignorare
Ciò che caratterizza il volumetto, e lo rende unico oggi, è l’amicitia, intesa in tutta la sua ampia, e complessa, estensione semantica. È davvero raro trovare quattro poeti, che si stimano, si ammirano, si emulano. E ciò a un osservatore comune, intento solo ai suoi interessi particolari e personali, è davvero strano, perché oggi, più che nel passato, anche immediato, l’uomo è, per usare un efficace sintagma plautino, homo homini lupus. L’Uomo, invece, secondo una toccante lirica di Umberto Vicaretti, Il prezzo da pagare, è il comes del comune viaggio verso l’unica meta, verso cui ogni uomo inesorabilmente tende. Ed è, perciò, vero quanto si piega su se stesso e, co un barlume di speranza, riflette:
Amico lieve che ci lasci
scrigni di parole adamantine
(noi qui ancora in viaggio
verso transiti nascosti), anch’io
ho grumi rappresi
di memorie e un tarlo: se pena
di scontare per ogni nuovo giorno
sono gl’inesausti mostri
di questo aggrovigliato labirinto.
Già la virtus dell’amicitia costituisce un valore tale, che basterebbe da solo a giustificare la presenza del prezioso, aureo libretto. Ed è proprio questa fondamentale caratteristica, che dovrebbe essere alla base della civitas odierna, a dare il titolo alla silloge: Alma poesia. La grande, stimolante e feconda amicizia tra Balestriere, Baroni, Pardini e Vicaretti è alimentata, sostenuta, cementata dalla Poesia, dall’alma poesis, che affonda le radici nella più pura e genuina tradizione classica.
La Poesia, per i suoi intrinseci valori e i messaggi, che attraverso la parola trasmette al lettore, in ogni tempo della storia umana, è stata alma, perché nelle menti più nobili e negli animi più sensibili ha alimentato sentimenti propri dell’umana convivenza. Il titolo, perciò, non è stato affidato al caso, ma è esso stesso un sintagma pregno di significati, che si snodano nelle quaranta liriche, che lo formano e gli conferiscono consistenza.
Gli autori, uniti da fraterna e sincera amicizia, resa salda da molti anni di intense e feconde esperienze poetiche, condividono senza riserve, pur con sfumature diverse, una spiritualità, che solo pochi spiriti eletti riescono a cogliere nella sua immensa grandezza. Oggi, più che nei tempi passati, si avverte, si tocca con mano un becero materialismo, fondato solo sull’appagamento degli istinti più bassi, cui i mediatori culturali forniscono e condiscono con l’accorta e continua somministrazione del più basso egoismo. Alla fraternità e alla comprensione dell’altro, del diverso, hanno lentamente introdotto un modo di pensare criminale, che si credeva estinto da tempo. Non c’è attimo, nel quale non si sentono blasfemi rigurgiti razzisti, celati ora dietro una pseudo libertà di pensiero e di una cultura acciabattata nei bassifondi più tetri, ora giustificati da una mistificata sottrazione di beni e di ricchezze a danno del proprio ego pusillanime.
Recensione di Orazio Antoini Bologna parte prima.
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