Manfredi di Svevia, fra scomunica e redenzione.

Lectio Magistralis a cura del professor Orazio Bologna

30 novembre dalle 16,00 alle 18,30 a Milano

Scarica Lectio Magistralis programma definitivo

L’interesse del professore sulla figura di Manfredi parte dagli anni del liceo, quando si giunse al III canto del Purgatorio. Considerati pressoché inutili tutti i commenti e gli studi dei ricercatori beneventani, il professore dettò queste testuali parole: «Manfredi con le sue sepolture è un mistero, destinato a rimanere tale in eterno, insoluto, a meno che qualcuno non tiri fuori un documento nascosto, o questo non spunti fuori all’improvviso da un archivio e dica esattamente tutto quanto il commentatore e lo studioso della Divina Commedia cerca e si aspetta di sapere. Nemmeno Dante, probabilmente, conosceva la tormentata e tormentosa vicenda con precisione. Abbiamo solo una splendida poesia, e nulla più; ma sulla doppia sepoltura di Manfredi non ha voluto, o saputo, dire niente di chiaro, niente che possa orientare verso una ricerca fruttuosa. Anche lui era lontano dagli eventi, che per bocca di Manfredi ricorda con vivezza ed immediatezza”.

GLI ARCHIVI

Negli archivi, contrariamente a quanto pensava il professore, c’era molto: bisognava solo cercarlo e leggerlo, soprattutto. I commentatori di Dante, anche i più attenti, non avevano cercato negli archivi. I pochi, che avevano letto i documenti, avevano dato una valutazione piuttosto sommaria, perché al latino che leggevano non coglievano il messaggio che veicolavano.

Si parte, quindi da Dante, che era molto bene informato: chi ha informato il Poeta sulla duplice sepoltura di Manfredi sapeva bene come si erano svolti i fatti. Si parlerà soprattutto sul luogo esatto dove si è svolta la battaglia e il luogo della prima sepoltura. Tutto è suffragato da documenti.

 

Per saperne di più sulla vita di Manfredi, il mistero che lo coinvolse fra scomunica e redenzione, basta partecipare alla Lectio Magistralis del 30 novembre.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti, è necessario mandare la propria iscrizione

Per iscriversi compila il form

Durante la Lectio Magistrali sarà presentato il libro

Manfredi di Svevia. Impero e Papato nella concezione di Dante.

Note sull’autore:

Orazio Antonio Bologna

Nato nel 1945 a Pago Veiano, in prov. Di Benevento, dopo la maturità classica, ha conseguito la laurea in lettere classiche a Napoli presso l’Università Federco II con una dissertazione sul Pastore di Erma, un testo molto interessante per avere un’idea della Chiesa paleocristiana, alla fine del I sec. d.C. Il lavoro fu molto lodato per l’impostazione e il metodo filologico, nonché per la nuova lettura e interpretazione di alcuni passaggi fndamenali dell’opera.

Premi

Vincitore di concorso a cattedre, ha insegnato per 40 anni latino e greco nei licei classici statali; e dal 2001 fino al 2016 è stato professore di Composizione Latina, Letteratura Latina nonché di metrica latina e Greca presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma.

Il 9 maggio di quest’anno l’Institutum studiis Romanis provhendis, per l’opera Gonzagide, gli ha conferito l’Onorevole Menzione, consegnatagli nell’Aula Giulio Cesare, sede del Consiglio Comunale di Roma, sul Campidoglio, per le mani del Sindaco.

Contributi accademici

Ha tenuto apprezzate conferenze e lezioni in latino e in italiano presso l’Unversità satale di Łódź e l’Università Giovanni Paolo II di Lublin, in Polonia. È vice dierettore scientifico della rivista Collectanea Philologica, organo ufficiale del Dipartimeno di Filologia Classica dell’Univerità di Łódź.

I suoi conributi scientifici sono publicati su Archivum Anatolicum, rivista dell’università di Ankara; su Salesianum, rivista dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, e su Collectanea Philologica; su Latinitas, vecchia e nuova serie. Gli scritti latini su Latintas e Vox Latina.

È uno dei maggiori scrittori latini viventi: scrive in prosa e in poesia, soprattutto nei metri oraziani e catulliani. I suoi scritti sono ubblicati sulle riviste specializzate Latinitas, vecchia e nuova serie, edita dal Vaticano, e Vox Latina, edita in Germania. Alcune sue poesie sono state accolte in Poematia moderna. Modern Latin Poetry, volume curato da William Cooper nel 2009. A livelli inernazionali, ha vinto due volte, con la poesia, il Certamen Capitolinum e altre volte si è sempre classificato al secondo o al terzo posto; anche al Certamen Vaticanum, ormai estinto, si è sempre classificato nei primi posti.

Cariche

È presidente del Certamen Apollinare Poeticum e della commissione, che conferisce la Laurea Apollinaris Poetica.

È membro dell’Academia Latinitati Fovendae e della Pontificia Academia Latina. Ha partecipato a numerosi convegni indetti dall’Acadmia Lainitati Fovenda, durante i quali ha tenuto discorsi e ha fatto interventi in latino.

Libri pubblicati

Archiloco, Lalli editore, 1975. Breve monografia sul più antico poeta greco, con particolare accenno sull’origine dell’elegia geco-latina.

Manfredi. Tra scomunica e redenzione. Sentieri Meridiani, 2019. Breve saggio su Manfredi di Svevia.

Manfredi di Svevia. Impero e Papato nella concezione di Dante. Roma 2013. Ampia monografia su Manfredi.

Pontifici sit musa dicata Pio. “La mia poesia sia dedicata al Pontefice Pio”, Roma 2014. Il codice, conservato a Pienza viene pubblicato per la prima volta, con traduzione italiana. È un carme in esameri latini di Giovanni Pietro Arrivabene, dedicato a Pio II.

Gonzagide. Roma 2017. Viene pubblicato per la prima volta un poema epico in esametri di Giovanni Pietro Arrivabene, con traduzione italiana. Il codice, cnservato nella biblioteca di Gotha, in Germania, è stato trascritto, collazionto con un esemplare a stampa del 1738 e pubblicato  cura della Pontificia Academia Latina.

Alle falde d’Elicona. Influssi mesopotamici sui miti greci. Una svolta nell’interpretazione della mitologia greca e sull’orign di alcune divinità del pantheon greco. Date le molte somiglianze, si dimostra il legame profondo dei miti greci con quelli mesopotamici.

Dizionario Pajàno Italiano. Roma 2019. Raccolta in ordine alfabetico di lemmi del dialetto di Pago Veiano, suo paese natale.

Il suo intervento durante un Convegno sulla Semiotica, tenutosi a Łódź nel 2015, in Polonia, è stato non solo apprezzato, ma pubbicato integralmente in Semeiotica generale – Semeiotica specifica, edito nel 2018, col seguente giudizio:

«Orazio Antonio Bologna, La semiotica nell’esperienza letteraria greca , Orazio Antonio Bologna ricerca in maniera esemplare e precisa le origini della disciplina della semiotica, soffermandosi sulla sua presenza nella letteratura greca e in particolar modo nella poesia. Bologna evidenzia come già in Aristotele e successivamente nella filosofia scolastica sia presente il signum, il cui corrispettivo greco è semeion, attraverso il quale si manifesta il concetto, frutto dell’apprendimento: “il segno è ciò che conduce alla conoscenza di un’altra cosa”, “il segno è ciò che rappresenta alla mente qualcosa diverso da sé”, “Si dice segno ciò, che conduce la capacità cognitiva alla conoscenza di un’altra realtà, o ciò che porge alla capacità cognitiva una realtà diversa da sé; perciò il fumo, per esempio, è detto segno del fuoco, perché, scorto il fumo, la mente comprende che c’è il fuoco. Le parole si sono formate, perché conducano la mente alla conoscenza d’una realtà diversa da sé. Queste, quindi, contengono il concetto di segno”, “La parola è segno del concetto, espresso mediante la bocca”.

Bologna, nel sottolineare come il semeion fosse largamente presente nella poesia greca, cita alcuni testi, tra i quali la prima scena dell’Agamennone di Eschilo, un brano dell’Iliade di Omero, una citazione dalle tragedie euripidee Ecuba e Ifigenia in Aulide.

Bologna evidenzia come già Aristotele sostiene che la parola non è solo flatus uocis, cioè semplicemente emissione di voce, ma è un suono articolato che contiene uno specifico significato, che rimanda ad un concetto; quando la nostra mente sente un suono, immediatamente crea una correlazione tra quel suono e il significato, il concetto che il suono evoca. Anche la parola, in quanto semeion, rimanda ad una realtà diversa da sé. Ma poiché la parola convenzionalmente rimanda ad un significato condiviso, il linguaggio, che di parole è formato, permette ad una società di comunicare.In considerazione di quanto sopra esposto il presente saggio merita di essere accolto nel volume».