Ti presento Una Penna: Rodolfo Vettorello
Sabato 23 gennaio ore 17,00
in diretta on line presentazione del libro Rondini a Milano di Rodolfo Vettorello Raccolta poetica dedicata a Milano
La nuova Raccolta Poetica RONDINI A MILANO è per la prima volta, una Raccolta programmaticamente tematica, anzi monotematica.
E’ dedicata a Milano, città di adozione, amata e disamata ma comunque sempre presente in tante diverse opere, spesso semplicemente come riferimento ambientale e sfondo all’indagine prediletta e che mi è abituale, sui sentimenti e le emozioni.
Spesso Milano è solo l’aspetto oggettivo di una divagazione correlata sul personale e sull’intimo poetico, come nella tradizione del “correlativo oggettivo” di eliotiana memoria.
La lettura progressiva tuttavia fa presto dimenticare l’intento quasi poematico dettato dal tema unico. Si può scoprire in fretta la forma e la misura della scrittura usuale per chi scrive. Un poetare sempre sussurrante, permeato di messaggi sotterranei, così lontano dall’urlo.
Con una linea semplice ma non semplicistica cerco in qualche modo di portare il lettore a godere della particolare arte del “pianissimo” della tradizione musicale e di tanta poesia del novecento e anche attuale.
L’ambito poetico è quello di una verità mai gridata né disattesa, dove echeggiano, ricordi d’infanzia, profumo di terre lontane, nostalgia di orizzonti, di cose piccole e amatissime .
Il gesto, il fatto, caratterizzano le liriche e non l’annotazione coloristica che imporrebbe un tempo dilatato e distraente.
I pochi colori si fanno paradigma di una scrittura che si comprime e si verticalizza nel tentativo di uscire allo scoperto per dichiarare quello che si è nell’intimo.
Parto da una base spesso endecasillabica assumendo variazioni diverse e scorrendo tutta la casistica di versi imparisillabi, dal quinario al settenario al novenario e non disdegnando altre misure versali, tutto e sempre comunque nel rispetto di una regola condivisa dai massimi poeti del novecento e oltre che, a differenza della prosa, la “Poesia si scrive in Versi.”
Utilizzo spesso differenti forme prosodiche, assecondando le diverse e mutanti esigenze dell’ispirazione, avvalendomi di rime colleganti e dividenti creando così effetti musicali di qualche efficacia.
Tutto questo con la finalità di ottenere una poesia suadente e musicale, facilmente acquisibile alla comprensione ma ancora di più alla memoria, nella consapevolezza che la memorabilità di un testo poetico agevola la condivisione col lettore e la permanenza nella sua sensibilità.
La lingua è varia, la parola alta e quella del quotidiano si armonizzano in vista di un risultato emozionale che alla fine possa rendere di nuovo alta e nobile anche la parola di tutti i giorni, quella consumata dall’uso.
Come al solito, cerco di sottrarmi all’eccesso semantico degli ornamenti retorici.
“Milano non mi avrà” sembra che io voglia dire confondendo, consciamente o inconsciamente, amore e disamore per questa città cui regalo alla fine omaggi dell’ispirazione e del sentimento. Dalla tradizione lombarda cerco di ricavare acquisendoli i timbri miti e misurati che sono tipici dei suoi poeti più conosciuti.
Suoni tutti in cui non vorrei si avvertisse il lavorio di una costruzione attenta, sgorgante sempre da un gioco di endecasillabi sciolti alternati qua e là ad altri versi di misure ipometriche, in costrutti interversali di enjambements, quasi equivalenti armoniche di rime e assonanze.
Per vedere il video Come si declina la gentilezza nella poesia